Con Karina, Caterina e Matteo scopriamo alcuni dei fenomeni correlati al bullismo, in particolare attraverso i mezzi digitali. Il termine cyber, infatti, sta ad identificare tutti quei comportamenti che avvengono attraverso il web . Spesso, infatti, l’online amplifica il messaggi causando ripercussioni maggiori sul pubblico di quante potessero essercene prima dell’avvento di internet.
Cyber bullismo
Il cyberbullismo è una particolare forma di bullismo in cui le forme di aggressione, molestia e discriminazione vengono effettuate tramite strumenti elettronici, tipo il telefono oppure attraverso i social network come WhatsApp, Instagram e Facebook.
Le vittime più frequenti di questo tipo di bullismo sono di genere femminile, con un’età che va dai 13 ai 17 anni, anche se in realtà sono più colpite le ragazze dai 15 ai 17 anni.
Il cyberbullismo è differente dal bullismo tradizionale perché è praticato esclusivamente virtualmente. Ciò porta diverse differenze tra i due: nel bullismo tradizionale il bullo è qualcuno che la vittima conosce e frequenta ad esempio a scuola, invece il cyberbullo può essere chiunque, proveniente da qualsiasi parte del mondo; quello che il bullo fa alla vittima rimane tra di loro, invece quello che fa il cyberbullo può essere condiviso in tutto il mondo tramite i social; è più facile intervenire sul bullismo piuttosto che sul cyberbullismo, perché non si sa mai cosa può animare internet.
La violenza da parte del cyber-bullo, viene manifestata attraverso l’invio di messaggi offensivi, insulti o di foto umilianti diffuse su social e chat a scopo di offendere, umiliare, oppure solo per godere del dolore degli altri. Molte volte questo succede a scopo di vendetta, solo per divertimento personale e anche perché il bullo ha problemi personali che lo inducono ad imporre la sua forza sugli altri in modo aggressivo per sentirsi superiore.
La vittima è un soggetto caratterialmente più debole, spesso ansioso ed insicuro, sensibile e con una bassa autostima. La sua predisposizione è all’isolamento perché ritiene di non essere in grado di difendersi. Proprio per questo è la giusta “preda” dei bulli, perché avendo paura è più soggetta ad essere controllata, manipolata e indotta a fare cose che non vorrebbe, di conseguenza molte volte la vittima non ha il coraggio di parlare con qualcuno o di farsi aiutare, per paura di conseguenze da parte del cyber-bullo, perché succede anche che il bullo possa ricattare la vittima per ottenere ciò che vuole.
Le conseguenze principali del cyberbullismo sono ansia e depressione, e nei casi più estremi, queste possono condurre a problemi di natura mentale, fino a spingere al suicidio: questo avviene proprio perché la vittima, per paura, non ha il coraggio di parlare di ciò che succede con qualcuno che possa dargli una mano a superarlo e di conseguenza tende a isolarsi e chiudersi in se stessa.
A parer mio il cyberbullismo è sbagliato, proprio come tutte le altre forme di bullismo, perché è sufficiente una foto o un messaggio per rovinare la vita di una persona portando a conseguenze gravissime e per questo è importantissimo sempre stare attenti:
- A ciò che si cerca su internet: quello che si cerca sulle piattaforme di ricerca, anche se cancellato dalla cronologia, rimane sempre in Internet, e per esempio un hacker potrebbe riuscire a recuperare quel materiale e ricattare una persona per ottenere ciò che vuole.
- A ciò che si posta sui social: ci sono persone che, sempre a scopo di ricatto, potrebbero prendere le foto che un ragazzo o una ragazza di qualsiasi età, prevalentemente minorenne perché è più facile da manipolare, posta sui social, modificarla anche in modo “sconcio” e minacciare di inviarla ad altre persone se non gli viene dato quello che vuole.
- Alle persone che si conoscono sui social: non si può mai sapere se una persona dice di essere chi davvero è, quindi bisogna sempre verificare che si stia parlando con una persona reale.
A parer mio, bullizzare qualcuno non porta a niente di bello: potrà dare magari soddisfazione, ma è una cosa momentanea, perché si può veramente fare male a qualcuno così; ma poi, come può una persona godere della sofferenza di un’altra?
Un bullo dovrebbe mettersi nei panni della vittima e capire che ciò che sta facendo è sbagliato e chiedersi se a lui piacerebbe essere trattato in quel modo, in modo da rendersi conto del dolore che provoca. Questo discorso vale anche per le persone che sono a conoscenza di un episodio di bullismo e, al posto di aiutare la vittima, incitano il bullo a fare di peggio, dandogli ancora più forza.
Il cyberbullismo, e il bullismo in generale, sono atteggiamenti sbagliati e portano solo conseguenze spiacevoli.
Cyberstalking
Il cyberstalking è un fenomeno al giorno d’oggi molto conosciuto a causa dello sviluppo tecnologico e anche dell’isolamento dovuta alla pandemia, che ha causato lo spostamento di tutte le relazioni nel mondo digitale.
Questo atteggiamento include mandare e-mail, messaggi istantanei, chiamante o qualsiasi altra forma di comunicazione elettronica con lo scopo di diffamazione, insulti e minacce da mandare alla vittima. A tutto questo si aggiunge il monitoraggio costante attraverso social o applicazioni, fino ad arrivare a veri e propri attacchi informatici per rubare dati e diffondere materiale privato.
A mio parere, le motivazioni che spingono una persona quasi ad essere ossessionato nei confronti di una vittima riguardano il cercare in tutti i modi una possibilità per ottenere un incontro, tentando di stabilire un contatto intimo e un rapporto di complicità, servendosi delle informazioni ricavate nell’atto della molestia, lasciando intendere di avere informazioni private, facendo anche apprezzamenti spinti e inviando messaggi contenenti foto provocanti.
Essi possono rivendicare di sentirsi danneggiati in qualche modo dalla vittima, il persecutore compie generalmente una falsa vittimizzazione; il cyberstalker sosterrà, al di là di ogni evidenza, che è la vittima ad averlo molestato, in modo da avere, secondo me, una scusa per continuare ad avere questo comportamento malizioso, premeditato e irrispettoso, che non porta alla formazione di una relazione umana, ma determina solo molestie alle persone, producendo un danno morale, psicologico, che influisce sulla serenità.
Per quanto riguarda il punto di vista della persona importunata, immagino che possa provare un grande senso d’ansia per una forma di aggressione costante senza pause né interruzioni, affinché essa si senta in condizioni di costante assedio. Lo stalker può spingersi molto oltre pur di concretizzare la relazione virtuale, arrecando all’interessato anche una sensazione di pericolo, portandolo a isolarsi e tagliare i rapporti con il mondo esterno e con le persone che conosce per il disagio che prova.
In conclusione, a mio avviso la persona che causa queste provocazioni deve rispettare la privacy altrui in quanto una persona ragionevole sarebbe attenta a non provocare sofferenza ad un individuo oggetto della sua attenzione; senza imporre la propria presenza nella vita di qualcuno che non la desidera.
Cyber bashing
Il cyber bashing, anche detto “happy slapping” è un termine con il quale si definisce una forma di bullismo evoluta che avviene su Internet: questi termini letteralmente significano “maltrattamento informatico” o “schiaffeggiamento divertente”.
L’evoluzione di questo fenomeno parte dapprima da una violenza fisica non giustificata come schiaffi o pestaggi che poi, essendo registrata e postata online attraverso apparecchiatura elettronica, peggiora ulteriormente la situazione, aggiungendo ai danni fisici riportati dalla vittima l’umiliazione di essere visto in quelle condizioni da molte persone.
Dal mio punto di vista, la maggior parte del problema in questo fenomeno riguarda la parte fisica, questo perché il problema della condivisione di video o immagini di violenza fisica nei confronti di una persona molte volte non avrà il riscontro voluto dal bullo; ad esempio, in caso venga condiviso il video di un pestaggio nel quale varie persone ne picchiano una, la reazione principale del pubblico non sarà di supporto per il bullo, anzi, lui verrà criticato per ciò che ha fatto.
Questo non fa scomparire questa faccia del problema, ma la rende solo minore e più leggera. D’altro canto invece il danno fisico che subisce una vittima è qualcosa che non è alleggerito da niente, e che in alcuni casi, come in pestaggi molto violenti, finisce in tragedia.
Karina, Caterina e Matteo, Liceo Artistico Foppa – indirizzo Achitettura e Ambiente Quadriennale