Con una lunga passeggiata dal nostro istituto al centro storico, noi della II C Quadriennale – indirizzo Architettura e Ambiente, insieme alla nostra docente Rita Duchi siamo giunti alla “bottega della maestra di incisione e grafica Giusi Lazzari”, al civico 20 di via Lana, a Brescia.
Ai nostri occhi appare un palazzo storico come tanti, ma dal suono del campanello in poi ci viene svelato un angolo d’arte bresciana. Sulla soglia ci accoglie Giusi Lazzari, con folti e vaporosi capelli argentei, elegantissima, con occhi vividi e profondi che lasciano intravedere uno spirito curioso, aperto e pieno di vita.
Entriamo in una casa-laboratorio: si intrecciano ricordi di un ambiente domestico e strumenti del mestiere tipici di uno spazio di lavoro. Percepiamo la dedizione assoluta di questa artista per l’arte.
Mi guardo attorno incuriosita e resto piacevolmente sorpresa di condividere la stessa passione di Giusi per i gufi: ce ne sono di legno, in ceramica, in tessuto, un po’ appesi un po’ sui ripiani.
Sarà una casualità che proprio questo animale, simbolo di capacità di comprensione e di attitudine a scorgere la luce oltre un ostacolo, si trovi qui?
L’artista inizia a raccontarsi e a illustrarci quegli strumenti che le permettono di creare e produrre le sue opere, grazie alle quali pensieri ed emozioni si concretizzano in forme e colore. Non è forse vero che l’arte al pari della poesia è l’espressione di ciò che proviamo?
Molti segreti dell’incisione e della stampa ci vengono svelati poco a poco dalla voce calda e sicura di Giusi che ci trasporta nel suo mondo raccontando tecniche, strategie e memoriali per realizzare un progetto. Noi restiamo in silenzio ammirati e ci addentriamo finalmente nel mondo dell’artista: l’incisione.
Quando ha deciso di dedicare professionalmente il suo tempo all’attività artistica dell’incisione e della stampa? Questa scelta come ha arricchito la sua vita?
Dopo aver studiato a Cremona, ho avuto occasione di coltivare il mio crescente interesse presso una bottega a Brescia e poi con dei corsi estivi a Urbino. Ho infine deciso di dedicare il mio tempo all’attività artistica della stampa attorno i trent’anni: ho scoperto che si poteva lavorare divertendosi! Questa scelta mi ha permesso di trasformare i miei pensieri in forme e di condividerle con gli altri nella mia bottega. L’incisione ha arricchito la mia vita: nei momenti bui l’arte mi è stata di grande conforto.
Realizzare incisioni non basta: per vedere il lavoro finito è necessaria la fase di stampa. Un incisore è per cui sempre anche uno stampatore e viceversa?
Si può essere incisori, ma non stampatori o viceversa, sono due cose distinte.
Stampare significa valorizzare un lavoro, ma ahimè, anche non ottenere l’effetto desiderato, se non addirittura rovinarlo quando non si è bravi.
L’incisore è un artista a 360 gradi: deve saper disegnare molto bene, infatti, molti grandi pittori erano anche incisori.
In classe sperimentiamo la tecnica calcografica della linografia, e cioè l’incisione di matrici di linoleum. Lei quali tecniche utilizza per la realizzazione dei suoi lavori?
Negli anni ho potuto imparare e sperimentare un po’ di tutto.
Partiamo dalla Calcografia, in cavo o in rilievo, perché è quella che realizzate anche voi: un tempo era solo con matrici di rame, poi altri metalli e ad oggi anche plexiglass e linoleum. Si esegue uno scavo nella matrice e si stampa a pressione.
Di simile esiste la Xilografia: matrice di legno scavato con sgorbie.
Poi la Serigrafia: la matrice è un tessuto apposta permeabile all’inchiostro. Da qui in poi ci sono tutte le altre tecniche calcografiche: acquaforte, acquatinta, maniera matita, vernice molle, maniera nera. Tutte tecniche per una stampa da eseguire al torchio.
Stiamo realizzando a scuola stampe bicolori con l’utilizzo di due matrici per lo stesso disegno. Esiste un altro modo per stampare a colori?
Per stampare a colori esiste la tecnica Hayter. Questo chimico ha avuto un’intuizione geniale: utilizzare rulli con consistenze diverse.
Si preparano inchiostri colorati su di una lastra di vetro e, con un rullo rigido si tira un inchiostro fluido, un colore con aggiunta di olio di lino, e per un rullo più morbido si utilizza un inchiostro più solido, un colore con aggiunta di magnesio. Quando un rullo è ben inchiostrato lo si passa sulla matrice, prima il morbido poi il rigido, e gli inchiostri non si mescolano fra di loro in quanto i colori sono impastati con ingredienti differenti. La rivoluzione sta nell’utilizzare una sola matrice anziché tante per ciascun colore. Questa tecnica fa ottenere stampe uniche!
Incisione storica e incisione contemporanea: cosa di strumenti, tecniche e materiali ancora oggi è utilizzato e cosa di nuovo si è aggiunto?
Gli strumenti utilizzati oggi sono la punta secca, il cui antenato è il bulino, le sgorbie per scavare, e piccoli rulli per sagomare. Inoltre le matrici oggi sono di metallo, plastica, legno, plexiglass, linoleum mentre un tempo erano solo di rame. La carta è di cotone senza cellulosa, e poi c’è il torchio, il brunitoio, le matite e le cere.
Di fatto gli strumenti sono ancora molto simili agli originali, la vera novità sta nello stampare su superfici non da tradizione delle belle arti.
Soggetti rappresentati ieri e oggi: siamo condizionati da immagini di incisioni di Rembrant e altri grandi nomi della storia dell’arte che trattano temi complessi o molto “classici”. Oggi cosa si può rappresentare con l’incisione?
Anche le mie prime incisioni erano molto classiche, tradizionali: paesaggi, canneti mossi dal vento, nebbie autunnali, ma anche parti anatomiche, teschi di animali, fino ad arrivare a pesci e volatili stilizzati, figure astratte e immagini di ogni tipo nelle realizzazioni più mature, dove ormai ero solida nelle mie basi e potevo permettermi di spaziare oltre i limiti.
L’incisione nasce per poter più facilmente realizzare riproduzioni della stessa immagine. Si può stampare all’infinito e quando ci si può o ci si deve fermare?
La tiratura può essere infinita o si può decidere di non permettere ulteriori copie. In questo caso si “biffa” la lastra, cioè la si rovina per non riprodurne più. La stampa nasce per essere riprodotta, ma le copie son da limitare.
Per essere un bravo incisore quali studi sono necessari?
Per essere un bravo incisore è necessario saper disegnare, essere pittori creativi e conoscere i materiali che si vanno ad impiegare.
Cosa consiglia a chi oggi vuole intraprendere l’arte dell’incisione artistica?
Consiglio studi approfonditi sull’arte e la frequentazione di una bottega per poter sperimentare tecniche e agire sulle forme.
Consiglio di sperimentare senza paura e di trasferire nel lavoro anche gli affetti e le emozioni che un soggetto suscita.
Consiglio di mettere tanta passione e determinazione in ciò che fate per riuscire a realizzare i vostri sogni!
A conclusione di questo viaggio nella vita di Giusi Lazzari, che con coraggio ha fatto della sua passione la sua vita, ho percepito il suo profondo amore per la bellezza e la sua capacità di trasformare il sapere artigiano in vera arte viva con la dote nel disegno, grazie agli inchiostri, ai metalli, i bulini, gli acidi, gli scalpelli e con una conoscenza magistrale di tutte le tecniche.
Se “la bellezza salverà il mondo”, oggi più che mai sentiamo il dovere e la voglia di difendere il nostro patrimonio artistico, la nostra tradizione, e di accrescerli.
Il mio augurio è che, anche grazie alla bottega di Giusi Lazzari, la straordinaria tecnica dell’incisione artistica continui a produrre sorprendenti opere che sopravvivranno nel tempo, proprio come per secoli le antiche botteghe hanno formato quei grandi artisti le cui opere sono ancor oggi patrimonio della nostra umanità.
Classe II, Liceo Artistico Foppa – indirizzo Architettura e Ambiente quadriennale
Un ringraziamento speciale a Carolina